lunedì 12 marzo 2012

Per tutelare il vostro guardaroba,
ad ogni cambio di stagione la soluzione é
La Suprema di Marostica
 
Sole, prati fioriti e voglia di strare all’aria aperta, perfino la vostra casa ha bisogno di rinnovamento, e allora …  via con i piumoni, le trapunte e i tappeti ma anche giacconi e maglie di lana, per lasciare spazio alla leggerezza dell’abbigliamento primaverile.

Così per non impazzire col il cambio di stagione, la Suprema nel suo laboratorio in Marostica, vi dà la possibilità di pulire, lavare e sanificare tutti i vostri capi, da quelli più ingombranti a quelli più delicati, garantendo il massimo risultato.

A partire dal 1 Marzo su tutti i capi puliti sarà eseguito un trattamento antitarmico, inoltre i vostri capi di maglieria verranno imbustati singolarmente con l’introduzione di una piastrina salva tessuti antitarmica senza aumento di prezzo.


domenica 19 febbraio 2012

Etichetta di lavaggio - Care label - Ярлык с инструкцией по уходу - Cuidado de la etiqueta - 取扱表示ラベル - Pflegeetikett

Classico esempio di etichetta di manutenzione e  lavaggio che segue le tendenze della vita attuale, e che indirizza l'utente a rivolgersi alla mamma per la manutenzione del capo di abbigliamento.

Classic example of a care label and wash that follows the trends of modern life, and that directs the user to contact the mother for the maintenance of the garment.


Par exemple classique d'une étiquette d'entretien et de lavage qui suit les tendances de la vie moderne, et qui dirige l'utilisateur à contacter la mère pour l'entretien du vêtement

Классический пример этикетки ухода и стирки, который следует за тенденциями современной жизни, и направляет пользователя в контакт с матерью для поддержания одежды

現代生活の動向を追跡し、そのユーザーが衣服メンテナンスのために母親に連絡するように指示ケアラベルと洗浄の古典的な例

Ejemplo clásico de una etiqueta de cuidado y lavado que sigue las tendencias de la vida moderna, y que dirige al usuario a ponerse en contacto con la madre para el mantenimiento de la prenda

martedì 7 febbraio 2012

Consigli sul lavaggio in lavatrice

RIPARATE

Ogni strappo, parte logora o fili
tirati prima di lavare, per prevenire danni più
gravi, vuotate le tasche, chiudete le cerniere i
ganci ed i bottoni per evitare che si strappino.
Per ottenere colli e polsi più puliti voltate le
camicie sul rovescio e allacciate il primo
bottone in alto inoltre legate cinture e lacci per
evitare che si aggroviglino.


DIVIDETE PER COLORI

Lavate i capi bianchi separatamente perché il bianco può
diventare giallastro se viene lavato con altri colori, separate anche i colori resistenti da quelli che potrebbero scolorire, lavate i colori simili nello stesso carico.


DIVIDETE SECONDO LA TIPOLOGIA DEL TESSUTO

Separate le fibre artificiali dalle naturali; le prime
attraggono l’unto liberato dalle seconde, evidenziando le macchie, separate le stoffe che richiedono un ciclo delicato, come maglieria, pizzi e stoffe trasparenti e anche i capi che lasciano filacce, come la spugna o le stoffe lanose, dalle stoffe a superficie liscia.


DIVIDETE SECONDO L’INGOMBRO

 I capi durante il lavaggio devono potersi muovere
liberamente nella lavatrice, un lenzuolo matrimoniale, uno a una piazza e qualche capo piccolo formano un carico giusto per una lavatrice di misura media.
 

Caricare una trapunta o copriletto imbottito che pesa anche solo 2/3 kg in una lavatrice da 5 kg e possibile, basta spingere, ma dopo avete calcolato quanto verrà a pesare da bagnato, e come andrà ad incidere pesantemente sulla meccanica della lavatrice,  avete valutato che il capo non potendo muoversi non si laverà ne risciacquerà, ma si bagnerà in modo non uniforme uscendo alla fine del pseudo lavaggio con lo sporco più evidente di prima, e avete pensato che la vostra povera lavatrice verrà sottoposta ad uno stress meccanico non indifferente paragonabile a più di 1  anno di lavoro normale.
A questo punto vale sicuramente la pena di rivolgersi a chi ha le attrezzature adeguate per lavare determinate cose, pensate che la lavatrice giusta per trattare una trapunta matrimoniale in modo che si lavi e risciacqui nei giusti parametri e una 18/22 kg, giustamente la più diffusa nelle lavanderie in quanto per questioni di igiene lava ogni imbottita  separatamente cliente per cliente  
DIVIDETE SECONDO IL GRADO DI SPORCO

Gli indumenti con sporco pesante, come tute da
lavoro o tutine da gioco da bambini, dovrebbero
essere lavate in un carico di capi simili, fate un
prelavaggio o trattate in anticipo i capi molto
sporchi per non sporcare troppo l’acqua di lavaggio.


USATE

Detersivi e additivi di lavaggio di qualità e nella quantità ottimale, abbondare non significa ottenere migliori risultati, ma bensì buttare soldi, rovinare i tessuti, i colori e soprattutto inquinare.
Usare detersivi adeguati al tipo di lavaggio aggiungendo degli addittivi, sgrassanti naturali, ammorbidenti e oli essenziali per dare una mano morbida e setosa alle fibre naturali e facilitare la stiratura, intensificanti di fragranza e igiene per un'azione più performante contro Gram positivi, Gram negativi, miceti, virus, HIV ecc... e contro quelle colonie batteriche che possono causare odori nei tessuti

http://www.facebook.com/sergio.sartori.marostica#!/groups/lavaseccolasuprema/

Come trattare, pulire, lavare e stirare le varie tipologie di fibre tessili







ACETATO

Fibra artificiale lucida, ingualcibile, elettrostatica (strofinandolo fa scintille), asciuga in fretta, non stinge.

Pulire a secco o lavare a bassa temperatura, centrifuga lenta, stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.



ANGORA

Tessuto fatto con il pelo di coniglio o capre d’Angora, è un tessuto estremamente delicato, lucido e morbido, spesso misto con lana.

Pulire a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



CAMMELLO

In origine fatto solo di pelo di cammello, ora prevalentemente misto, quasi sempre di tipico colore beige (naturale), morbido e caldo, molto delicato, è usato per cappotti, giacche,  maglieria molto elegante e morbida.

Pulire a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



CASMHERE / CACHEMERE / CACHEMIRE

Tessuto filato fatto con lana di una specie di pecora tipica dell’India, del Tibet e della Mongolia, morbido, caldo, peloso, piuttosto lucente. molto delicato, è usato per cappotti, giacche, maglieria elegante e morbida.

Pulire a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



DRALON

Tessuto sintetico fatto con una fibra acrilica. non si deforma, non si sgualcisce. assorbe poco l’acqua ed asciuga in fretta, usato per biancheria anche intima, maglieria e abiti.

Pulire a secco o lavare a bassa temperatura, centrifuga media, stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.





LAMBSWOOL

Tessuto o filato di lana di solo agnello, si tratta di una lana un po’ meno pregiata e delicata del cachemire o del cammello, e usato soprattutto per i maglioni.

Pulire a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



LANA

Tende ad ingiallire al sole e con il tempo si deforma soprattutto quando è bagnata, infeltrisce se trattata in modo non appropriato tipo: lavaggio o ammollo lungo,   strofinamento, strizzatura, temperatura alta, azione meccanica, non è candeggiabile.

Pulire a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



LEACRIL

Fibra sintetica.

Pulire a secco o lavabile in lavatrice con programma per delicate a temperatura medio bassa massimo a 40°C.



LYCRA

Fibra sintetica lucida, resistente, elastica e irrestringibile, non assorbe molto l’acqua e si asciuga velocemente.

Pulire a secco o lavabile in lavatrice con programma per delicate a temperatura medio bassa massimo a 40°C.



LINO

Tessuto vegetale con fili irregolare, fresco al tatto, ruvido, opaco, prende però facilmente il lucido, si sgualcisce e deforma molto facilmente.

Lavaggio a secco consigliato, oppure lavabile in lavatrice con programma per delicate a bassa temperatura  30°C.

Stirare ancora umido solo a rovescio con ferro molto caldo o a vapore.



NYLON

Tessuto sintetico lucido molto resistente all’allungamento, impermeabile.

Pulibile a secco o lavabile in lavatrice con programma per delicati a bassa temperatura  30°C.



PIQUE’

Stoffa di cotone con disegni o motivi in rilievo.

Se bianco può essere lavato anche a 70°, se colorato lavare a 40°, resiste bene al candeggio.



POLIESTERE

Sintetico usato molto misto con cotone, fibra leggera, ingualcibile, resistente, calda,  assorbe pochissimo l’umidità e lascia poco traspirare.

Pulire a secco o lavare a temperatura medio/bassa fino a 40°.



RAJON

Un marchio di viscosa

Pulire a secco o lavare a bassa temperatura, centrifuga lenta, stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.





RASO

Tessuto liscio brillante, solitamente di cotone ma anche sintetico, di seta o misto.

Pulire a secco o lavare (se sintetico) a bassa temperatura, centrifuga lenta, stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.





SETA

Raggruppa tutti i tessuti fatti con fibra di seta, può essere lucida o opaca.

Lavare preferibilmente a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati.



SHANTUNG

Tessuto di seta con una superficie irregolare, non sgualcisce, è elastico e resiste all’usura.

Pulire a secco o lavare solo se non ci sono alternative in quanto si potrebbe tagliare nei punti sottoposti a forzature durante l’uso (tipo piega interno ginocchio, interno coscia o sotto glutei) a bassa temperatura, centrifuga lenta, stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.





SHETLAND

E’ un tipo di lana originaria della scozia usato per maglieria.

Trattare come la lana



VELLUTO

Tessuto di cotone, anche sintetico, misto o di seta, caratterizzato da un lato coperto da fili molto corti e morbidi, sporgenti come formano un ”pelo”, può essere lucido e opaco, liscio, a coste o lavorato.

Pulire a secco o lavare a bassa temperatura il velluto a coste sempre e solo al rovescio, centrifuga lenta, stirare solo a vapore, il velluto liscio è lavabile solo a secco.





VISCOSA

Da trattare con delicatezza

Lavare preferibilmente a secco, se necessita di un lavaggio ad acqua trattare molto delicatamente e con prodotti adeguati, non strizzare.



VOILE

Tessuto leggermente crespato e trasparente, molto delicato poiché si sgualcisce e si deforma facilmente.

Lavare a secco o mano in acqua tiepida con prodotti adeguati.







In laboratorio disponiamo con il supporto della nostra esperienza, di un gamma di prodotti professionali per la vendita al privato idonea al lavaggio e trattamento dei vostri indumenti e    complementi d’arredo.

lunedì 6 febbraio 2012

Lavaggio di coperte e accessori in lana Merino



Il lavaggio delle coperte in lana Merino deve essere effettuato in Acqua con le giuste modalità, anche se non si capisce il perché i produttori delle stesse non lo prevedono e anzi lo proibiscono, con il solvente della pulitura a secco (percloroetilene) la lana perde la lanolina che essendo una cera si scioglie e viene asportata.
La coperta pulita a secco diventa molto più secca e stopposa e  perdendo la lanolina la lana perde sia il colore paglierino che le proprietà naturali.

Infatti per mia esperienza tutti i manufatti merino adoperati da soggetti con forte sudorazione, per prima cosa non verrebbero mai puliti e sanificati con la pulitura a secco che non asporta il sale ma necessitano di lavaggi in acqua più frequenti in quanto il sudore, oltre ad ingiallire il pelo lo corrode.


Quando esponete la coperta all’aperto per farle prendere aria, fatelo in posizione ombreggiata e non in giornate umide, quando la lana si inumidisce da l'impressione di essere più soffice ma in realtà si ammorbidisce perché bagnata, la polvere si attacca più facilmente e appena sarà asciutta ritornerà uguale a prima ma più sporca.
In molte coperte consegnatemi per il trattamento di pulitura, che avevano subito precedenti lavaggi a secco, ho riscontrato una notevole presenza di polvere, e sufficiente battere con la mano per alzare una polvere fine e bianca.
Impossibile che dipenda dall’ambiente d’uso, in quanto il cliente l’avrebbe notata sia sui mobili che in tutto il locale stesso, per esperienza nel lavaggio a secco sono arrivato ad una sola spiegazione, durante il bagno di lavaggio a secco la lanolina si scioglie nel percloroetilene  rimanendo in sospensione e se dopo il bagno di lavaggio non viene fatto un secondo bagno con solvente pulito le particelle di lanolina tornano a depositarsi sulla coperta durante l’asciugamento  causando questa fastidiosa polverina bianca
Perciò anche se il lavaggio a secco viene eseguito a regola d’arte, la lanolina viene completamente tolta e con essa le proprietà che conferisce alla lana, lasciando la coperta stopposa e sbiancata.
Questo è uno dei motivi per cui il lavaggio delle coperte in lana Merino deve essere effettuato in acqua.

martedì 24 gennaio 2012

Leggènde e credènze 1°


Quante volte vi è capitato di lavare un bel maglione di lana morbidissimo e di ritrovarvi poi con una ridicola maglietta di cartone? Ecco una guida per cercare di “salvare il salvabile”…




Si dice che lana odi l’acqua calda e che i maglioni vadano rigorosamente lavati a mano e a temperature basse, con il risultato di ritrovasi con le dita congelate.
in realtà la lana, lungi dall’odiare l’acqua calda la apprezza moltissimo, fin troppo direi. infatti l’acqua calda distende completamente le fibre della lana, al punto che bastano pochi movimenti bruschi per farle attorcigliare inestricabilmente. Perciò non è l’acqua calda che infeltrisce la lana, ma i movimenti rotatori della lavatrice o l’aggrovigliamento che le imponiamo noi quando la strizziamo.
Potete applicare questa conoscenza per cercare di riammobidire e distendere un maglione che si è infeltrito prima che voi leggeste questa guida.

Riempite una pentola d’acqua e mettetela sul fuoco. Quando avrà raggiunto una temperatura di circa ottanta gradi versatela in una conchetta sul maglione che volete sottoporre al trattamento.
lasciate il maglione in immersione fino a che l’acqua non si sarà raffreddata.
a questo punto gettate via l’acqua e versate sul maglione circa un litro di ammorbidente “puro” (l’ammorbidente ha il compito di fungere da “balsamo” per la lana e sciogliere i nodi che si sono formati fra le fibre) e diluitelo con circa mezzo litro di acqua bollente.
lasciate in ammollo il maglione per una notte e poi risciacquatelo sotto l’acqua corrente senza strizzarlo.
stendetelo asciugare grondante d’acqua di modo che il peso distenda le fibre e riporti il maglione alle misure precedenti.
A seconda dello “stato” del maglione potreste dover ripetere il trattamento una seconda volta.

Fonte .... http://it.ewrite.us/



sabato 21 gennaio 2012

ANTICHI METODI NATURALI PER LAVARE

Prima della diffusione dei detersivi di fabbricazione industriale vari tipi di sostanze venivano con efficacia usate con funzione detergente. In questa pagina sono riportati i procedimenti tradizionali ordinati a seconda della sostanza vegetale su cui sono basati.


1.Sapone naturale con olio e potassa (prima ricetta).
Ingredienti e dosi:
Acqua 2 litri
Olio 1 litro
Potassa 300gr
Pece greca 300gr ogni 10 litri d’olio
Esecuzione:
Si mettono sul fuoco acqua e olio e, quando sono appena tiepidi si comincia ad aggiungere poco a poco la potassa. La pece greca si aggiunge quando si è giunti a versare metà della potassa, o anche alla fine. Non è un ingrediente essenziale; serve a produrre la schiuma, che è utile come indice della quantità di sapone utilizzato.
Se quando inizia a bollire si formano delle squamature si aggiunge acqua.
La bollitura finisce quando mettendo un bastone ritto nel centro esso resta fermo.
Poi si versa nelle forme e si fa seccare.
Sul fondo della pentola restano acqua e soda (attenzione: non toccare con le mani) (>>> è riutilizzabile?)
[Fonte: Parco Museo Jalari.]
Nota: la potassa pare si ricavi dalla lisciviazione della cenere di legno.
La pece greca, dalla resina di conifere del genere Picea. Dalla resina dell’abete rosso o peccio in particolare si ricava anche la trementina.

[Fonte: Bibl. Botanica 1]


2.Sapone naturale con olio e soda (seconda ricetta).
In un pentolone pieno d'acqua si scioglie la cenere setacciata. Si mette il pentolone sul fuoco e, sempre rimescolando, si mette poco a poco, l'olio. Dopo 10 minuti si scioglie, lentamente, la soda; si fa bollire e, sempre mescolando, si fa cuocere per un'ora. Non devono formarsi grumi. Dopo si lascia tutto riposare. Cos$igrave; il sapone e' pronto per essere tagliato.
[Fonte: Museo Etnostorico di Ucria.]


3.Sapone naturale con olio e soda (terza ricetta).
Per creare qualunque tipo di sapone, aromatizzato o meno, il primo passo è sempre lo stesso: fare il "sapone di base". Gli ingredienti fondamentali sono due. Uno è rappresentato dal grasso, che puo' essere animale (...) o vegetale (l'olio di cocco, il burro di cacao, l'olio di oliva, ecc.) I grassi vanno poi combinati e uniti ad una soluzione alcalina (piu' precisamente, idrossido di sodio): un tempo questa si otteneva facendo gocciolare l'acqua sulle ceneri di legno, mentre oggi viene prodotta su scala industriale. Il procedimento, in sintesi, e' caratterizzato dallo scioglimento di soluzione alcalina e grassi e/o oli. La parte piu' complicata e' quella di portare la soluzione alcalina e i grassi e/o oli simultaneamente alla temperatura di 38°C prima di mescolarli. Le temperature possono essere "aggiustate" in vari modi per far sí che corrispondano: si puo' far raffreddare gradualmente la soluzione alcalina, che si surriscalda mescolandola mentre fate sciogliere i grassi, oppure immergere il contenitore nell'acqua fredda per farla raffreddare piu' velocemente, o ancora potete preparare la soluzione molte ore prima e poi scaldarla a bagnomaria. Quindi, dopo averli portati simultaneamente alla stessa temperatura, la soluzione e i grassi e/o oli vanno mescolati, versati in uno stampo e lasciati indurire. Il sapone di base, puo' essere anch'esso aromatizzato: in questo caso, l'ingrediente profumato di origine naturale va aggiunto prima di versare il sapone nello stampo, e mescolato con cura, in modo che si diffonda in maniera uniforme. Il sapone pronto potra' essere tagliato usando un fil di ferro e riposto negli armadi per profumare la biancheria prima di essere utilizzato per l'igiene del corpo.
[Fonte: http://www.peter-pan.org/consumi]

4. Carbonato di soda
La soda emulsiona i grassi e li trasforma in sapone. E' quindi la base di tutte le liscivie di commercio, di tutti i liquidi detersivi. La si preferisce al carbonato di potassa, essendo meno cara di questo e altrettanto efficace, e anche alle ceneri di legno perche' la sua azione e' piu' regolare.
[Fonte: Bibl Op. Gen. 1]


5. Liscivia con cenere di legno
Si prende il cesto della liscivia, si fodera uniformemente e la' dentro si mettono i panni insaponati. Dopo si ricoprono con una tovaglia e sopra si mette la cenere setacciata.
Sopra la cenere si aggiunge l'acqua calda (ma non bollente) poco a poco, fino a che si inzuppano tutti i panni. Poi si lasciano così per una notte; al mattino si sciacquano e si stendono.
[Fonte: Museo Etnostorico di Ucria.]


6. Liscivia con cenere di legno
La liscivia si otteneva versando acqua sopra della cenere di legno sistemata su di un telo; l'acqua filtrava attraverso un colatoio, in modo da cadere in un mastello. La liscivia poteva essere usata anche da sola per lavare i panni nel mastello. Qualche anno dopo ho fatto la liscivia. Per cominciare aprii dei fori sul fondo di un barile, poi vi deposi uno strato di ghiaia per facilitare lo scarico, infine riempii il resto del barile con cenere di legno duro. Poi, molto lentamente, versai acqua piovana sulla cenere. Dopo un tempo relativamente lungo, l'acqua filtrata, o liscivia, comincio' a sgocciolare dai fondi del fondo del barile, per cadere nel sottostante mastello. Ultima operazione: feci bollire il liquido finche' divenne cosí concentrato da sostenere un uovo. (I testi relativi ai saponi e ai detersivi sono stati tratti dal testo La casa del passato di John Seymour, Ed. Idealibri, Milano 1987)


7. Cenere di fave e mandorle
"Lo stelo della fava si brucia e con la cenere che ne risulta lavano la biancheria. Anche le bucce delle mandorle vengono bruciate, e se ne servono invece della soda. Prima lavano la biancheria con l'acqua, e poi con questa specie di liscivia."
[Fonte: J. W.Goethe, Viaggio in Sicilia]


8. L'ottenimento della potassa
Il 6 ottobre 1807 Davy facendo passare una corrente elettrica da una massa fusa di KCO3 (potassa) isol˜ delle piccole sfere di un metallo molto reattivo (al contatto con l'acqua la decomponeva liberando idrogeno che per la esotermicitˆ della reazione si incendiava) che chiam˜ potassio. Il nome latino (Kalium) da cui deriva il simbolo si ricollega alla preparazione dei primi composti di questo elemento che coinvolgevano delle ceneri che in Arabo si dicono Al kali. Il nome scelto da Davy deriva dalla sostanza di partenza, la potassa, nome composto da pot (pentola) e ashes (ceneri). In questo modo si richiama il processo di ottenimento di KCO3 che prevedeva la lisciviazione delle ceneri di opportune pianti in grandi recipienti.
[Fonte: http://www.chim1.unifi.it/dida/elementi/potassio.htm]


Nota: Come si sara' visto leggendo fin qui esiste una certa confusione nella terminologia fra soda e potassa. In generale dovrebbe intendersi per soda l'idrossido di sodio e per potassa il carbonato di potassio, ma in 4. si chiama soda il carbonato di soda (che e' probabilmente carbonato di sodio). Da questa fonte sembrerebbe inoltre che soda e potassa siano intercambiabili nella formazione del sapone, come del resto sembra di poter dedurre dalle ricette 1. e 2., molto simili ma una facente uso di potassa, l'altra di soda.
Inoltre in 3. viene detto che dalla lisciviazione delle ceneri di legno si ottiene l'idrossido di sodio mentre in 8. viene detto che dallo stesso procedimento si otteneva la potassa. A me pare che 8. sia fonte piu' attendibile.


9. La saponina
"E’ una sostanza organica complessa, acre, amara, solubile nell’acqua che rende schiumosa. Esiste in gran numero di piante indigene: l’arum maculato, la parietaria dei muri, l’edera, le castagne d’India, le silene, la radice della saponaria, ecc.
La saponina emulsiona i corpi grassi e resinosi; ha dunque le proprieta’ detersive del sapone, ma non contenendo alcali, e’ piu’ indicata per lavare i tessuti delicati. E’ eccellente come detersivo per i capelli (shampoo). In orticoltura e’ utilissima per la preparazione delle emulsioni insetticide e anticrittogamiche, delle quali facilita la penetrazione; e di piu’ inoffensiva pei vegetali
Le decozioni di edera (100gr di foglie in 5 litri d’acqua) e quelle di castagne d’India sono meno attive della saponina, pur contenendo tale sostanza."
[Fonte: Bibl Op. Gen. 1]


9.1 Castagne d’india
"Le castagne d’india sbucciate, lessate e ridotte in polpa si coprono con acqua bollente; si rimestano piu’ volte e si lascia riposare la miscela.
Dopo di che, questa e’ un buon digrassante per i panni."
[Fonte: Bibl Op. Gen. 1]


9.2 Saponaria
"Si usa facendone un infuso a freddo, o meglio a caldo.
La decozione di saponaria si prepara in questo modo: Si fa cuocere a lungo la corteccia in 10 volte il suo peso di acqua bollente, aggiungendo di mano in mano l’acqua evaporata. Si separa il liquido dai pezzetti di corteccia e questi si fanno bollire ancora in altra poca acqua per estrarne tutta o quasi la saponina; si mescolano poi le due decozioni cosi ottenute, dopo averle decantate. Si puo’ usare questo liquido tal quale o con l’aggiunta di sapone o di solventi varii e grassi, come sara’ indicato nei singoli casi.
Dopo l’uso della saponaria resta sulle stoffe una tinta giallastra , che si puo’ far scomparire lavando con acqua acidulata con alcune gocce d’acido citrico od acetico o con sugo di limone."
[Fonte: Bibl Op. Gen. 1
"La presenza di saponine, nei fiori, nelle foglie e nel rizoma, fa si che esse diano origine a una schiuma detergente davvero efficace tanto è vero che in alcune regioni, ancora oggi si usa un decotto di Saponaria officinalis per lavare pizzi, ricami, tessuti in seta e filati.
Per rendersi conto di questa proprietà basta un semplice esperimento che consiste nel raccogliere una cima fiorita di saponaria e stropicciarla fra le mani compiendo l'atto di lavarle. Ben presto sarà visibile un lieve strato di schiuma e infine, la pelle apparirà detersa, bianca e morbidissima.
L'uso di questa pianta consente di rifinire lavori artigianali che non di rado meritano la qualifica di artistico e rappresentano preziose quanto antiche forme di attività tradizionale; tanto antiche che cinque secoli prima di Cristo già si parlava della saponaria per sgrassare la lana che le popolazioni nomadi dell'Asia impiegavano per tessere i loro famosi tappeti, dopo averla tinta con fiori, foglie o bacche.
(...)
Oggi si riconosce alla pianta di cui ci stiamo occupando una virtù in campo cosmetico; infatti, facendola bollire in acqua per una quindicina di minuti, fornisce un decotto schiumoso ideale per lavare i capelli sottili e fragili, oppure quelli dei bambini."
[Fonte: http://www.popso.it/libro_fiori_erbe/fiori/sapone.html]

"PROPRIETA':
BELLEZZA: Un decotto di saponaria, dopo essere stato filtrato, può venir usato come shampoo rinforzante per capelli fragili e sfibrati o per detergere le pelli delicate: non ci si deve preoccupare se non produrrà molta schiuma, non è dalla quantità di schiuma che si deve giudicare la bontà di un detergente.
SALUTE: Con il decotto di saponaria si risciacqua l'epidermide colpita da acne o da psoriasi.
CURIOSITA':
Quest'erba venne coltivata fin dal Medioevo per il suo alto contenuto di saponina, sostanza presente nei gambi, nelle foglie e soprattutto nelle radici, grazie alla quale appunto esercita il suo delicato, ma profondo, potere detergente. Un decotto di saponaria, ottenuto facendo bollire le diverse parti della pianta in acqua piovana, è molto adatto a ridare splendore a tessuti antichi i cui colori siano stati offuscati dalla polvere e dal tempo."
[Fonte: http://www.thais.it/botanica/aromatiche/schedeit/sc_0033.htm]
In campo estetico si puo' preparare un eccellente shampoo per capelli fragili.
Il suo rizoma raccolto in autunno dopo la fioritura serviva per lavare la lana. La saponaria serviva anche per confezionare rudimentali paste dentifricie.
[Fonte: www.erbe.it/erbes.htm]


9.3 Edera
"Si lavano una ventina di foglie giovani e ben verdi, poi si pongono in un grande vaso e vi si versa mezzo litro d’acqua bollente; si lascia digerire per circa due ore. Si strofina il tessuto da pulire con l’infusione decantata e colata. I colori si ravvivano e la stoffa riprende il colore primitivo; ma bisogna poi lasciare essiccare con cura. Stendere senza tirare. Si lavano cosi facilmente le sete e i nastri neri."
[Fonte: Bibl Op. Gen. 1]

10. Ricetta per far diventare i capelli biondi
Non proprio quanto di piu' indispensabile si possa immaginare, comunque eccola qui, se a qualcuno puo' interessare.

A fari li capiddi brundi pigla radicata di listincu e radicata di viti e fandi chinniri et di la dicta chinniri fandi lixia e a la ditta lixia mecti fezza di vinu blancu e bugli la lixia cum la fecza et poi tindi lava la testa ki farrai li capjlli multi brundi belli e riczi.

Per fare i capelli biondi prendi radici di lentisco (pistacca lentiscus) e radici di viti, riducili in cenere: di detta cenere fanne liscivia, unisci alla liscivia feccia di vino bianco e acanto (achanthus sativus); fai bollire la liscivia con la feccia dopo di che lavati la testa con questa mistura. I capelli ti diventeranno molto biondi, belli e ricci.
[Fonte: http://space.tin.it/lettura/enania/tre.htm]

mercoledì 18 gennaio 2012

Etichetta di composizione e manutenzione - simboli di lavaggio Label composition and maintenance-cleaning symbols










Quando acquistate un capo verificate sempre la presenza dell' etichetta di lavaggio e dell'etichetta di composizione del tessuto.

In questo modo sarete tutelati nell'acquisto.
Una Pulitura seria ritiene neccessaria la presenza di entrambe le etichette per eseguire il trattamento di lavaggio, spesso i simboli di lavaggio impediscono il lavaggio in acqua semplicemente perché a livello domestico non sono disponibili le attrezzature o i prodotti presenti in un laboratorio di pulitura.
Prima di acquistare un capo valutate e ragionate  bene sul modo in cui verrà utilizzato:
· Se acquistate un capo bianco, ad esempio un giaccone, verificate che sia consentito anche il lavaggio in acqua, in quanto il solo lavaggio a secco non riuscirà a togliere la tipologia di sporco (ingrigimento dovuto anche all’inquinamento atmosferico) che generalmente si forma su questi capi.
· Se volete acquistare un capo da indossare a pelle tenete in considerazione che il lavaggio a secco non toglie il sudore.
· Se acquistate capi con materiali diversi esempio tessuto e pelle i colori dei materiali non devono essere in contrasto tra loro, e dovete mettere in conto a livello di pulitura, delle maggiorazioni di prezzo, o per la ritintura della pelle nel caso del lavaggio a secco, o per tipologie di lavaggio dedicate nel caso di lavaggio in acqua.
Quando comperate un capo solo lasciandovi portare dall'istinto, dalla moda
momentanea o perché semplicemente vi piace e non tenete conto dei consigli elementari riportati sopra, di solito prima dell'eventuale lavaggio in acqua o pulitura a secco vi sentirerte dire da chi riceve il capo in lavanderia:
· Che sarebbe necessario un lavaggio non concesso dall'etichetta e quindi sarà il cliente a doversene assumere la responsabilità ( RC responsabilità cliente)
· Si vedrà rifiutare il capo ( segno questo di incompetenza e mancanza di esperienza da parte del pulitintore ).



martedì 17 gennaio 2012

Pulitura capi, borse, stivali e scarpe in pelle scamosciata

Pulitura capi, borse, stivali e scarpe in pelle scamosciata




Per capi in pelle scamosciata si intendono tutti i tipi di pelle che presentano al tatto il classico aspetto velour o vellutato. Normalmente i capi scamosciati sono prodotti con pelli ovine (montoni rovesciati), bovine (croste di vitello) caprine e molti altri tipi.







La pulitura di questo tipo di pelle prevede il lavaggio a secco con solvente non aggressivo e la preventiva  smacchiatura del capo nei punti dove lo sporco è più tenace o delle macchie specifiche (penna, sangue etc.). In questa fase il capo è trattato con additivi ed ammorbidenti, in seguito ogni singolo capo è trattato manualmente con dei prodotti ingrassanti che ridonano al capo morbidezza e colore. Successivamente ogni capo è spazzolato a mano da operatori specializzati che contemporaneamente controllano sporco o macchie rimaste segnalando eventuali riparazioni sartoriali da eseguire o ritocchi di colore nelle parti di maggiore usura.








Con le nuove tecniche ora anche alle pelli 
scamosciate e  possibile cambiare il colore.