Servizi di tintoria "abusivi"
Servizi di tintoria "abusivi, scatta l'operazione 'centrifuga'
Due carabiniere si sono finte clienti di una lavanderia a gettoni a seguito di una segnalazione e hanno capito che qualcosa non andava. L'attività è stata sanzionata ed è partita una segnalazione all'ufficio attività produttive del Comune.
Cinque Terre - Val di Vara - Si sono finte massaie per smascherare un illecito dentro la lavanderia. Particolare operazione sotto copertura per i carabinieri che in riviera hanno smascherato un'attività self-service che per arrotondare offriva servizi aggiuntivi di tintoria, quindi ad esempio anche la stiratura. La segnalazione di questo "abuso" che all'attività rivierasca è costato 500 euro di sanzione è arrivata da un cliente che ha messo la pulce nell'orecchio ai carabinieri che così hanno fatto scattare l'operazione 'centrifuga'.
Due militari, donne, si sono finte clienti e hanno acquisito elementi inconfutabili che hanno portato alla multa nei confronti della lavanderia, che essendo un self service non doveva fornire altro tipo di assistenza ai clienti se non per competenze relative ai macchinari. A seguito di questa scoperta, da parte dei carabinieri è partita una segnalazione all'ufficio delle attività produttive del Comune di competenza e così la sanzione.
In merito alle attività che deve svolgere una lavanderia self service la legge 84 del 2006 parla chiaro: le attività di stiratura e/o raccolta e consegna capi rientrano nell'attività professionale di tintolavanderia, quindi se tali servizi vengono erogati da una lavanderia self-service, l'inquadramento della stessa potrebbe rientrare nell'attività "professionale" delle tintolavanderie e si dovrebbe adeguare alla norma di settore.
Inoltre, questa legge disciplina le modalità di svolgimento dell'attività compresi i servizi di raccolta e recapito dei capi, ma non disciplina le modalità di svolgimento delle tipologie self-service. La tipologia delle lavanderie a gettone "self-service" sono realizzate in spazi allestiti con lavatrici professionali ed essiccatoi che possono essere utilizzati dalla clientela, acquistando gli appositi gettoni. Il meccanismo è simile a quello degli autolavaggi self-service: il cliente acquista il gettone per usufruire dei macchinari che gli occorrono e, nel caso ne sia sprovvisto, compra anche gli appositi prodotti detergenti. Comunque è il cliente che da sè carica ed aziona le macchine e non è previsto alcun servizio diretto da parte di un operatore nello svolgimento dell'attività; al massimo potrebbe esserci un addetto alla manutenzione macchine che vende i gettoni e insegna ad usare le macchine (ma non svolge alcuna attività riconducibile alla professionalità della tintolavanderia). Nel citato articolo 4 è precisato che le attività di stiratura e/o raccolta e consegna capi rientrano nell'attività professionale di tintolavanderia, quindi se tali servizi vengono erogati da una lavanderia self-service, l'inquadramento della stessa potrebbe rientrare nell'attività "professionale" delle tintolavanderie e si dovrebbe adeguare alla norma di settore (L. 84/2006). Tale posizione è ribadita nella lettera datata 12/4/2010 che CNA ha inviato al Presidente della Conferenza Stato-Regioni relativa alle problematiche legate alle tintolavanderie
Due militari, donne, si sono finte clienti e hanno acquisito elementi inconfutabili che hanno portato alla multa nei confronti della lavanderia, che essendo un self service non doveva fornire altro tipo di assistenza ai clienti se non per competenze relative ai macchinari. A seguito di questa scoperta, da parte dei carabinieri è partita una segnalazione all'ufficio delle attività produttive del Comune di competenza e così la sanzione.
In merito alle attività che deve svolgere una lavanderia self service la legge 84 del 2006 parla chiaro: le attività di stiratura e/o raccolta e consegna capi rientrano nell'attività professionale di tintolavanderia, quindi se tali servizi vengono erogati da una lavanderia self-service, l'inquadramento della stessa potrebbe rientrare nell'attività "professionale" delle tintolavanderie e si dovrebbe adeguare alla norma di settore.
Inoltre, questa legge disciplina le modalità di svolgimento dell'attività compresi i servizi di raccolta e recapito dei capi, ma non disciplina le modalità di svolgimento delle tipologie self-service. La tipologia delle lavanderie a gettone "self-service" sono realizzate in spazi allestiti con lavatrici professionali ed essiccatoi che possono essere utilizzati dalla clientela, acquistando gli appositi gettoni. Il meccanismo è simile a quello degli autolavaggi self-service: il cliente acquista il gettone per usufruire dei macchinari che gli occorrono e, nel caso ne sia sprovvisto, compra anche gli appositi prodotti detergenti. Comunque è il cliente che da sè carica ed aziona le macchine e non è previsto alcun servizio diretto da parte di un operatore nello svolgimento dell'attività; al massimo potrebbe esserci un addetto alla manutenzione macchine che vende i gettoni e insegna ad usare le macchine (ma non svolge alcuna attività riconducibile alla professionalità della tintolavanderia). Nel citato articolo 4 è precisato che le attività di stiratura e/o raccolta e consegna capi rientrano nell'attività professionale di tintolavanderia, quindi se tali servizi vengono erogati da una lavanderia self-service, l'inquadramento della stessa potrebbe rientrare nell'attività "professionale" delle tintolavanderie e si dovrebbe adeguare alla norma di settore (L. 84/2006). Tale posizione è ribadita nella lettera datata 12/4/2010 che CNA ha inviato al Presidente della Conferenza Stato-Regioni relativa alle problematiche legate alle tintolavanderie
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