venerdì 22 novembre 2013

Cenerentola è stata sostituita da Chuck Norris!

Questo breve articolo è rivolto in egual misura sia a donne che a uomini. Alle donne, affinché la moda diventi arte e non omologazione; agli uomini affinché convincano le loro dolci fidanzate a cambiare scarpe. Si, perché ultimamente ho notato con grande stupore e sottile rassegnazione che, ancora una volta, le femminucce sono state colpite dallo "Stivale Killer", piegate verso il mercato della moda che stile più non ha. 

Esiste una vera e propria sindrome dello stivale, mi chiedo dunque perché le donne non riescano a concepire questo tipo di calzatura esattamente come gli altri modelli, ovvero: per le decoltè, le sneakers, i sandali etc, vale la regola della particolarizzazione per cui ognuno sceglie tendenzialmente il modello che più preferisce, evitando di acquistare lo stesso prodotto già nei piedi altrui; per quanto riguarda invece la calzatura killer, vi è totale e incredibile omologazione. 

Per omologazione intendo solo una cosa: AVETE TUTTE LE STESSE SCARPE AI PIEDI, VE NE SIETE ACCORTE? È malsano. 

















Allora, qualche anno fa erano gli Indianini, ricordate? Quell'orripilante stivale della modica cifra di 160€, di cui anche Pocahontas se ne sarebbe vergognata, tant'è che andava in giro scalza. Dopodiché fu il turno di uno stivale scamosciato, privo di qualsivoglia tacco e disponibile sia alto che basso, in tutti i colori esistenti (come se bastasse il colore a renderli più piacevoli alla vista), insomma, per farvi capire, ricordano vagamente lo stivale in voga in epoca rinascimentale tra i soldati, indice quindi di espressiva femminilità ed eleganza, poveri i nostri uomini... 

Prodotto originale rinascimentale
Ma come si suol dire "tra i due litiganti il terzo gode" e, a questo punto, arrivano gli UGG: tuttora in voga, tuttora orripilanti, bensì utili per la temperatura sempre troppo bassa dei piedini di noi cenerentole (ma almeno hanno un doppio fine).  
Ma qualcuno ai piani alti ha deciso che tutto ciò non bastava ancora a trasformare la donna da essere tentatore per eccellenza a essere anti-sesso per eccellenza, dunque recentemente propongono sul mercato un'altra esilarante tipologia di calzatura chiamata "stivaletto texano/biker". Come potete vedere già il nome è tutto un programma e trasuda femminilità da tutte le consonanti. Io quindi mi immagino un ipotetico uomo che s'imbatte in una donna di bell'aspetto e (stranamente) di soave eleganza, con soffici boccoli appoggiati sulle spalle nude, orecchini di perle (vere), un abitino rosa pastello sopra il ginocchio e…….lo stivaletto texano/biker nero, di pelle, borchiato, con annessi teschi, doppia fibbia in acciaio e suola a carrarmato. 
Ragazze, abbiate pietà, fatelo per i vostri uomini! Diversificatevi, rendetevi belle e particolari, perché essere alla moda non necessariamente significa essere "fighe", la tendenza non è sinonimo di stile. 
L'unico risultato che ottenete è un urlo alla ZalandoMunch.

Ci arrivebbe perfino Lapo Elkan!!! 

lunedì 18 novembre 2013

25 modi divertenti di indossare una sciarpa



E’ ufficialmente tornato l’inverno ed il tempo di rispolverare i nostri cappotti, piumini e giacche pesanti, ad ognuno il suo, ma non basta! La sciarpa... indispensabile compagna dei freddi inverni... io non potrei mai e poi mai farne a meno! Morbida, calda e lunga anzi lunghissima da attorcigliare attorno al collo più e più volte. 

Per far fronte alle basse temperature e tenerci al calduccio non puo’ mancare la nostra indispensabile sciarpa!! Coloratissima, come prevede la moda invernale 2013-2014, a righe, fiori, macro o micro fantasie, monocromatiche, con i pon pon o con le classiche frange , insomma ce n’e’ per tutti i gusti e per tutte le temperature! Ma quante volte davanti allo specchio, poco prima di uscire da casa, avete voglia di indossarla in modo diverso, originale, piu’ o meno elegante ma non sapete come fare e optate per “il solito giro”? Per tutte le nostre amiche dubbiose o per chi semplicemente ha voglia di cambiare look o riadattarlo, ecco un video simpaticissimo e veloce Per rompere la monotonia ecco 25 modi di indossare la sciarpa riassunti in un bellissimo video di soli 4 minuti! 


http://www.youtube.com/watch?v=5LYAEz777AU

venerdì 8 novembre 2013

Come posso proteggere dalle tarme i tappeti ...

Spesso si ritiene che siano da proteggere solamente capi e tessuti riposti in armadi e cassetti. Anche se questo comune pensiero ha un fondamento nella scarsa propensione delle tarme a rimanere in zone illuminate, esiste la concreta possibilità che questi insetti infestino tessuti esposti nelle nostre case, soprattutto quando lo spessore del capo consente comunque la deposizione in profondità, nella penombra.

Tessuti di questo tipo devono essere protetti con continuità utilizzando insetticidi ad applicazione diretta, come quelli dotati di erogatori spray, che possono essere spruzzati direttamente sul capo: i principi attivi si fissano alle fibre anche se esposte all'aria, mantenendo a lungo la barriera contro l'attacco delle tarme.

Oggi  sono disponibili nuovi prodotti meno volatili, che rimangono sui capi per alcuni mesi.



Il prodotto giusto lo trovate da noi !

In quale stagione occorre proteggere i capi in lana dalle tarme ?





Le tarme dei tessuti attaccano la lana e altri tessuti naturali, solo quando si trovano ancora nello stato di larva, piccoli bruchi bianchi che ingurgitano avidamente quello che trovano nelle vicinanze. La farfallina che siamo abituati a individuare è l'adulto, che non si nutre ed è pericoloso solo per la possibilità che deponga uova, iniziando così nuovamente il ciclo vitale.
L'accoppiamento e la deposizione avvengono principalmente a temperature comprese tra i 17° e i 30°C e le uova si schiudono dopo circa una settimana; in primavera ed estate quindi occorre proteggere con la massima attenzione i capi, per evitare spiacevoli danni, anche irrimediabili considerando che ogni femmina può deporre contemporaneamente più di 100 uova.



Nelle nostre case, si mantengono temperature accettabili anche nelle stagioni più fredde e le uova deposte alla fine del periodo caldo potrebbero generare larve capaci di nutrirsi anche in pieno inverno: il nostro consiglio è di mantenere sempre in armadi e cassetti un tarmicida. Oggi ne esistono anche di gradevolmente profumati  che garantiscono protezione e freschezza senza spiacevoli e persistenti odori.

martedì 22 gennaio 2013

La piuma d'oca ...



Quanta morbidezza è racchiusa in un piumino d'oca? Tanta, lo pensano tutti. Quanta sofferenza, però, si nasconde dietro quello stesso piumino? La soffice imbottitura cela un dolore indicibile: quello delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive e senza anestesia. A noi consumatori non resta che scegliere se continuare ad essere complici di questo crudele mercato oppure boicottare tutti i prodotti insanguinati ed intrisi di immoralità.

Il marketing, si sa, non si ferma di fronte a nulla pur di vendere e attua operazioni di comunicazione che si fondano sull'emotività e sulle sensazioni superficiali degli acquirenti, ben sapendo che pochi di loro avranno la voglia e il tempo di approfondire e di riflettere su ciò che gli viene proposto. È difficile, questa è la triste realtà, che il cliente arrivi a realizzare che un animale chiuso per tutta la sua breve vita in una gabbia grande quanto se stesso e poi scuoiato (spesso anche vivo) è tutto fuorché qualcosa che si possa definire "naturale" e che i liquami e gli escrementi prodotti dall'allevamento, nonché i prodotti chimici ad altissimo tasso di tossicità utilizzati per la conciatura, siano al contrario dannosissimi per l'ambiente.

Questa soffice e calda imbottitura contiene infatti una sofferenza indicibile: quella delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive, senza anestesia, tra sofferenze così atroci che alcune di loro muoiono addirittura di crepacuore durante la crudele operazione. Le oche vengono di regola spennate ad appena 2 mesi di vita, quando sono quindi ancora dei pulcini e le loro piume sono molto morbide. Dopo averle afferrate con violenza, appese per il collo e aver loro legato le zampe, le lavoranti, con una freddezza e un'indifferenza raggelante, strappano tutte le piume delle povere vittime che si contorcono e urlano dal dolore, impotenti sotto le mani di operaie ormai assuefatte ad infliggere torture.

Per una maggiore produzione si è ricorso agli allevamenti intensivi in grandi capannoni al chiuso, causa di stress per gli animali, in cui ciascuna operaia spiuma fino a 100 oche al giorno: una ogni 3-4 minuti. Non c'è tempo per lavorare con delicatezza e nessuna sembra accorgersi più delle grida di dolore delle oche: per loro questo lavoro pagato a cottimo è diventato un'abitudine e più oche spennano più sostanzioso è il compenso.

Le oche, così traumatizzate e spogliate del loro piumaggio, vengono ributtate nel recinto; giaceranno a terra tremanti, per ore, in uno stato di apatia e di vero shock, sofferenti per il freddo e per le ferite aperte provocate dalla violenza dello strappo durante lo spiumaggio. Dopo due mesi l'operazione verrà ripetuta, e poi per altre 2 volte. A circa 8 mesi di vita quindi, quando la qualità delle piume comincia a risentire dei ripetuti 'strappi', per alcune oche, le più fortunate, il calvario finirà, in maniera cruenta ma comunque finirà: verranno uccise per decapitazione e la loro carne venduta. Le altre invece andranno incontro ad una delle più atroci torture che l'uomo si stato mai in grado di escogitare sugli animali: l'ingozzamento forzato per la produzione di fegato grasso d'oca. Per settimane le oche verranno iperalimentate forzatamente, con un imbuto infilato nel becco fin giù nello stomaco, affinché il loro fegato si ammali e diventi enorme, fino a 10 volte la dimensione normale; poi saranno 'pronte' e quindi uccise.

Lo spiumaggio da vive - definito estremamente crudele dai veterinari e persino dagli stessi avicoltori - consiste nel rimuovere il manto più morbido, quello che precede la formazione delle penne vere e proprie, per questo motivo ne sono vittime i pulcini. La piuma è una produzione cornea dell'epidermide di tutti gli uccelli: costituisce il rivestimento contro il freddo ed ha finalità di termoregolazione per cui assolve a funzioni fisiologiche fondamentali. Per questo oltre al momento, terribile, dello spiumaggio, questi animali risentono del fatto di rimanere sprovvisti del loro manto per il periodo successivo. Questo trattamento infatti può anche comportare la morte dell'animale per lo stress cui viene sottoposto o per il freddo che deve poi sopportare.

Le piume d'oca possono oggi essere facilmente sostituite con imbottiture sintetiche, come ad esempio l'ovatta di poliestere, già largamente utilizzata nei divani, ma anche nei giacconi e nei piumoni da letto.

È possibile e doveroso non rimanere indifferenti nei confronti di questi metodi di produzione, che senza dubbio non fanno onore alla nostra società.

Fonte: laverabestia.org/play.php?vid=2973

http://www.youtube.com/watch?v=DCEgvh3bICM&feature=share