martedì 17 gennaio 2012

LAVAGGIO A SECCO

LAVAGGIO A SECCO


La dicitura "a secco" ha origine dal fatto che gli indumenti dopo il lavaggio vengono estratti già asciutti. Una spiegazione più tecnica è che il liquido impiegato è uno speciale solvente molto volatile che nella fase successiva al lavaggio, l'asciugamento ad aria calda 50/60°  evapora velocemente 20/25' dalle fibre tessili a differenza di quanto avverrebbe utilizzando l'acqua; di conseguenza, anche se l'indumento durante il lavaggio viene investito da una pioggia continua di tale solvente esso non si sgualcisce e non si restringe.

Questo liquido è un solvente , il Percloroetilene che agisce specialmente sulle macchie di natura grassa, staccando anche tutte le impurità che vi aderivano. Esso penetra facilmente nelle fibre a causa della sua bassa tensione superficiale. Il Percloroetilene, in virtù del suo alto peso specifico, 1850 grammi a litro offre anche un'efficace azione meccanica, per cui esso asporta molto bene anche le più minute particelle di sporco.
il simbolo del lavaggio a secco con Percloroetilene

Il tetracloroetene (o tetracloroetilene o percloroetilene) è un alogenuro organico. La sua struttura è assimilabile a quella di una molecola di etene i cui quattro atomi di idrogeno sono stati sostituiti da altrettanti atomi di cloro.
A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore di cloro, più denso dell'acqua. È un composto nocivo per inalazione e pericoloso per l'ambiente (come molti alogenuri organici è scarsamente biodegradabile). Non è infiammabile.
Viene utilizzato nelle lavanderie a secco, come solvente per lo sgrassaggio dei metalli, nell'industria chimica e farmaceutica, nell'uso domestico.
In Italia, la legge considera i rifiuti contenenti tetracloroetene come "rifiuti pericolosi", tali rifiuti non devono essere smaltiti in fognatura.





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